sabato 14 dicembre 2013

Legge elettorale incostituzionale = Parlamento abusivo

Legge elettorale incostituzionale = Parlamento abusivo

di Roberto Lino



Finalmente è sopraggiunta la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge elettorale che ha determinato gli ultimi governi italiani, adesso c'è da chiarire la serie di problemi costituzionali che ne derivano. Ma anche il tanto acclamato Mattarellum è incostituzionale. La pronuncia della Corte Costituzionale, infatti, è originata da un ricorso contro la legge elettorale attuale, ma stabilisce dei principi generali che, ovviamente, valgono anche per altre leggi che abbiano i medesimi caratteri. Aspettando le motivazioni della sentenza, già da adesso molti costituzionalisti ritengono chiaramente desumibili i principi di riferimento: il rifiuto di un premio di maggioranza di entità tale da stravolgere il principio di rappresentanza e l’impossibilità per l’elettore di scegliere gli eletti. Rilievi che possono benissimo essere fatti alla precedente legge elettorale che, anzi era anche peggiore. Il sistema uninominale maggioritario stabilisce che un partito vince il seggio in palio anche avendo un solo voto in più di ciascun altro e, pertanto, se questo dovesse accadere in tutti i collegi, un solo partito potrebbe aggiudicarsi la totalità dei seggi, anche con una quota fortemente minoritaria di voti elettorali.
Ovviamente, si tratta di ipotesi del tutto teoriche o con scarsissime probabilità di verificarsi, ma non impossibili. La conformazione del sistema politico, infatti, è solo in parte determinata dalla legge elettorale, ma è il prodotto anche di una altra serie di fattori ambientali come la tradizione storica locale, gli apolitici che votano per simpatia, i clienti-elettori che votano in cambio di qualcosa di utile per loro, gli irriducibili che votano per ideologia etc. L’Italia è esattamente uno dei casi in cui si manifestano tante linee di frattura multiple e poco conciliabili. Infatti, in nessuna elezione dal 1994 in poi si è registrata una competizione bipartitica, sia perché si è ricorsi al sistema delle coalizioni, sia perché le coalizioni non sono mai state solo due e nessun contendente ha mai ottenuto il 50% dei voti popolari. Dunque, qualsiasi sistema maggioritario, in un caso come quello italiano è condannato a fallire, infatti nessun partito guidato da un sano di mente può pensare di ottenere il 50% dei voti, dunque, chi pensa di uscirne con la riedizione di un Mattarellum più o meno rivisitato, non capisce che sta solo mettendo le premesse per un nuovo ricorso alla Corte e per una nuova e più grave fase di delegittimazione del Parlamento. Ci sono poi una serie di conseguenze. In primo luogo, se è vero che è “incostituzionale la legge, per definizione, lo è anche il Parlamento eletto con essa”. Come si può pensare che un Parlamento frutto di una legge dichiarata incostituzionale possa mettere mano alla riforma della Costituzione? Dunque, prima conseguenza, sciogliamo questa pagliacciata del comitato dei saggi che non ha più ragion d’essere! Ma, di questo dovrebbe prendere atto anche il Presidente della Repubblica che ha fortemente voluto l’uno e l’altro facendone lo scopo qualificante del suo mandato. Se è coerente con se stesso e con i suoi moniti, si dimettesse lui stesso domani mattina, in quanto eletto da un parlamento illegittimo, risulta illegittimo lui stesso! Nel frattempo, tuttavia, occorre procedere anche a nuove elezioni perché è evidente che un Parlamento delegittimato non può restare in carica più del tempo necessario ad avere una legge elettorale funzionante. Il che significa che per ora occorre solo un intervento minimo per rispettare le indicazioni della Corte: Dunque lasciare la legge Calderoli come è, salvo il premio di maggioranza, e introdurre un brevissimo articolo che preveda il voto di preferenza. Punto e basta. Si voti in primavera e il prossimo Parlamento provvederà ad una riforma organica, anche perché c'è poi un’altra conseguenza che potrebbe determinarsi in base all’interpretazione degli effetti della sentenza, questo Parlamento è stato formato attribuendo un premio di circa 200 seggi alla Camera alla coalizione vincente. Saranno a breve costretti a ricalcolare la divisione dei seggi redistribuendo i 200 seggi attribuiti con premio di maggioranza, e in questo caso, il governo Letta non avrebbe più alcuna maggioranza, neppure alla Camera. Tutto lascia pensare che questo Parlamento non duri più di tanto.



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