2014:
Verso la rinascita dell'agricoltura riberese?
Di
Roberto Lino
Ribera
era, ancora è una città ad economia agricola, forse lo sarà anche
in futuro, dipende da quali politiche verranno portate avanti e quali
costi e condizioni dovranno affrontare i giovani per inserirsi nel
comparto produttivo. Lavoro non c'è né nemmeno a piangere in
cinese, l'agricoltura potrebbe impiegare gran parte degli attuali
disoccupati, ma alle condizioni attuali solo un pazzo può pensare di
intraprendere l'attività dell'imprenditore agricolo o del piccolo
coltivatore diretto. Il 2013 forse lo ricorderemo come l'anno più
nefasto per i riberesi, le famiglie si sono impoverite tutte
indistintamente, le tasse nazionali e locali sono arrivate a livelli
di insostenibilità e molti essendo disoccupati non c'è la fanno a
pagare le imposte. Occorre per il futuro un inversione di tendenza,
un cambio di marcia per evitare il baratro e per non fare diventare
la nostra ridente città una piazza piena di delinquenti e barboni.
Pensate che sto esagerando? Io non credo, la delinquenza c'è sempre
stata a Ribera come in ogni altra città d'Italia e del mondo è
vero!, ma i barboni invece sono un fatto nuovo ed inquietante. Ma
torniamo all'agricoltura! Il settore è in ginocchio da anni, ma
nonostante la crisi nefasta che lo affligge ancora resiste, segno
dell'enorme potenziale del settore e della testardaggine dei vecchi
agricoltori iperattivi. Nel 2013 in Sicilia si sono persi 13 mila
posti di lavoro solo nell'agricoltura e di riflesso altri 50 mila
negli altri settori, ma l'agricoltura se rilanciata a Ribera potrebbe
assorbire un buon 40% dei disoccupati. Basta incentivare il settore
per far sì che i giovani inoccupati inizino a dedicarsi ai lavori
agricoli. Al nord questa tendenza è già in atto, da noi basta
attuare delle politiche che mirino in quella direzione, una
tassazione ridotta ed agevolata per i primi cinque anni potrebbe
indurre moltissimi giovani ad intraprendere un attività in
agricoltura. Una prima pietra è stata già posta a dicembre, le
amministrazioni comunali di Ribera, Bivona, Sciacca e Menfi hanno
presentato la richiesta per l'inserimento dei rispettivi comuni nella
zona svantaggiata, così da eliminare l'odiosa IMU sui terreni. I
passi successivi per il rilancio del settore andrebbero fatti nella
direzione di istituire un consorzio “comunale” e non privato di
tutela, che raggruppi sotto l'assessorato all'agricoltura tutti i
produttori di arance ed olio extravergine di oliva di Ribera, per far
si che sui mercati i nostri produttori abbiano più potere e più
forza per imporre il prezzo di vendita e non subire come adesso
l'elemosina da parte della grande distribuzione. Occorre il
ripristino di ciò che non c'è più da anni.... il mercato
ortofrutticolo. Bisogna puntare ad ottenere la DOP anche per l'olio
extravergine d'oliva. Occorre una seria difesa e tutela dei nostri
prodotti, su questo punto un plauso va all'assessore all'agricoltura
Giuseppina Spataro, che ha pubblicamente denunciato l’import di
arance dal Sudafrica contaminate dal virus Black spot, associandosi
all’appello lanciato dalla Coldiretti di chiudere i confini alla
merce infetta. Il 2014 può essere un anno buono, l'anno della
rinascita economica di Ribera, ma occorre l'impegno di tutti, dai
politici alle sigle sindacali fino ai produttori agricoli. Il segreto
della rinascita passa dall'agricoltura, se si rilancia questa, anche
gli altri comparti ripartiranno, dall'edilizia fino al commercio,
anche il turismo potrebbe fiorire, un turismo fatto da agriturismi e
fattorie didattiche, un turismo enogastronomico e culturale legato
all'agricoltura e al territorio.
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